"Non basta offrire provvedimenti in astratto, occorre lavorare concretamente per superare le diffidenze e mettere le persone nelle condizioni di non vivere nella paura. Solo cosi' si puo' incoraggiare chi subisce sfruttamento a denunciare e accedere alle tutele previste". L'assessore alla Sicurezza della Regione Campania, Mario Morcone traccia le linee dell'impegno regionale contro il caporalato, un fenomeno che nella regione attraversa trasversalmente settori come l'agricoltura, l'edilizia e il tessile. Il caporalato in Campania e' un problema che coinvolge non solo le istituzioni locali, ma una rete di enti, associazioni e forze dell'ordine. Proprio per affrontare questa emergenza, la Regione Campania ha avviato, prima in Italia, un Tavolo regionale dedicato al caporalato. "Abbiamo coinvolto circa 80 tra istituzioni, associazioni e enti per affrontare progressivamente i problemi - spiega Morcone - dal miglioramento dei servizi, come i trasporti per i braccianti finanziati da fondi nazionali ed europei, fino al tema dell'housing, cruciale per garantire condizioni di vita dignitose". Tra le misure concrete messe in campo dalla Regione ci sono punti di accesso per facilitare il rapporto tra le vittime e la pubblica amministrazione, concentrati soprattutto nelle aree di Salerno e della Piana del Sele, epicentro dello sfruttamento agricolo. "Questi punti - sottolinea Morcone - guidano e assistono le persone, evitando che debbano dipendere da chi le sfrutta anche per bisogni essenziali, come il trasporto o l'accesso ai servizi sanitari". Al centro delle azioni regionali, pero', c'e' anche la necessita' di lavorare in sinergia con altri enti come l'Inpse l'Agenzia delle Entrate. "Il monitoraggio delle situazioni di sfruttamento passa anche attraverso un'analisi complessiva delle imprese coinvolte, valutandone il fatturato e la dimensione, per individuare eventuali irregolarita'", dice Morcone. La paura e la diffidenza restano, pero', gli ostacoli piu' difficili da superare. "Non basta introdurre nuove misure, bisogna accompagnare le persone verso un rapporto di fiducia con le istituzioni - aggiunge l'assessore - perche' senza un supporto concreto chi vive queste situazioni e' troppo spaventato per parlare". L'estensione dell'assegno di inclusione alle vittime di caporalato che denunciano, "e' una strada utile, ma bisogna fare di piu'. Serve un lavoro di sensibilizzazione per spezzare il muro di paura e umilta' che spesso blocca chi dovrebbe denunciare. Dobbiamo continuare a lavorare con costanza mettendo al centro le persone, le loro storie e la loro dignita'. Solo cosi' possiamo costruire un futuro senza sfruttamento".